L'EDPB ha pubblicato delle linee guida su come bisogna rispettare il GDPR quando si usano telecamere intelligenti.
Al giorno d'oggi sono sempre più diffusi sistemi di videosorveglianza dotati di tecnologie innovative con riconoscimento facciale. Lo scopo è sì proteggere le persone e prevenire situazioni di pericolo ma, d'altra parte, essi tendono anche a limitare la libertà dell'agire umano. In altre parole, tutti i dispositivi video raccolgono informazioni su tutte le persone che entrano nel loro raggio d'azione. In base a queste informazioni e ad una tecnologia innovativa, si identificano le persone. E di conseguenza, anche i loro comportamenti vengono analizzati e profilati. In questi casi, il rischio di un uso improprio dei dati è notevole e può aumentare sempre di più al variare della dimensione dello spazio monitorato e del numero di persone riprese. A tal proposito, l'EDPB ha pubblicato delle linee guida su come far tutelare la privacy altrui, ovvero le norme del GDPR, quando si usano telecamere intelligenti.
Le linee guida EDPB
Il 29 gennaio 2020 il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB) ha reso ufficiali le nuove "Linee Guida sul trattamento dei dati personali attraverso dispositivi video". L'obiettivo di fornire indicazioni su come applicare il GDPR in questo ambito e quindi, di far rispettare la privacy altrui.
Come premessa generale, le linee guida chiariscono il fatto che la videosorveglianza, se non in casi di totale emergenza, non è una necessità primaria. Altri mezzi possono dunque sostituirla. Inoltre, ribadiscono l'importanza di rispettare e tutelare i dati personali come base da cui partire.
Anche perché i problemi legati alla protezione dei dati si differenziano in base alle tecniche utilizzate. Ovviamente se questi riguardano dati biometrici come il riconoscimento facciale, il livello di importanza e gravità sarà maggiore. Quindi, è indispensabile che il ricorso a queste tecnologie con il relativo utilizzo dei dati sia nel rispetto dei principi della legalità, necessità, proporzionalità.
Inoltre, le linee guida precisano che per essere identificati come dati biometrici, i dati devono avere le seguenti caratteristiche: fisiologiche o comportamentali. Ma di per sé le riprese video di una persona non sono da classificare come dati biometrici, solo nel caso in cui vengono elaborate tecnicamente.
EDPB vs GDPR e telecamere intelligenti
Per risultare "legale", le telecamere dotate di riconoscimento facciale possono sfruttare l'identificazione delle persone solo con appositi software, in grado di mappare i parametri biometrici di un volto. Una volta memorizzati, li confrontano in tempo reale con l'immagine contenuta in un database interno.
Ovviamente c'è da ricordare che l'installazione di sistemi di videosorveglianza da parte di privati deve richiedere il consenso esplicito di tutti gli interessati, ad eccezione di casi isolati.
Nonostante tutte le norme da seguire, le telecamere intelligenti portano a dei vantaggi, che sono:
- riduzione dei costi derivanti dalla sicurezza
- velocizzazione di molte procedure
- diminuzione dei rischi dovuti ad errori umani
- ottimizzazione dei risultati.